L’idea di avere il nostro blog “aziendale” la coccoliamo già da tempo.
A essere perfettamente onesti, ci ha sempre stuzzicato l’idea di raccontare tutte quelle esperienze buffe, quelle piccole disavventure che – mentre le stai ancora vivendo – sai già che saranno materiale su cui fare insieme una risata nostalgica di lì a qualche anno. Quando incontri tantissima gente nuova in posti diversi ogni settimana per lavoro, queste avventure capitano, e sono sempre divertenti.
Invece no: per il momento, abbiamo deciso di cominciare il nostro blog raccontando cosa facciamo e come lo facciamo. Non è escluso che momenti buffi vengano a galla ugualmente nei nostri racconti: dopotutto in Ossigeno siamo tutti molto seri, ma per nulla seriosi!
Prima di scrivere le nostre riflessioni sul “cosa” e sul “come”, ci sembra utile partire da chi siamo. E proprio a dimostrare che lavorando non trascuriamo mai di divertirci a modo nostro, per presentarci abbiamo escogitato un’intervista.
Io intervisto i miei due soci: a Pierdomenico chiederò di raccontarci come nasce Ossigeno; a Danilo chiederò qualcosa sull’ossigeno, l’elemento chimico.
Sono sicura che il risultato dell’intervista sarà una prova diretta di “chi siamo”.
Partiamo dunque!
«Domanda di rito: Pierdomenico raccontaci come nasce Ossigeno.»
«Era il lontano 2015: i continenti erano diversi da come li conosciamo oggi e i dinosauri dominavano la Terra. Ok, magari non proprio, ma si tratta comunque di tempo abbastanza lontano, soprattutto per il mondo della comunicazione della scienza. Erano anni in cui le piattaforme digitali non occupavano ancora le nostre vite in maniera così capillare, e tempi in cui la sperimentazione tecnologica nella formazione era riconosciuta solo in parte. L’idea nasce proprio dalla necessità di creare un percorso professionale per il nostro mestiere, fatto di tanti pezzi che devono muoversi tutti nella stessa direzione. Avevamo bisogno di un sistema che da una parte ci permettesse di costruire una struttura aziendale riconoscibile all’esterno, ma dall’altra ci lasciasse l’autonomia di decidere come portare avanti i nostri obiettivi nei modi che sentivamo più giusti. Nessuno di noi aveva esperienza nella gestione di una azienda, dalla complessità dell’amministrazione alle strategie di marketing, quindi per molti aspetti è stato un salto nel buio: ma, al tempo, era il modo migliore per trasformare un grumo di idee, progetti, e passioni in un percorso professionale a lungo termine. Oggi siamo ancora qui, quindi qualcosa di buono evidentemente c’era.»
«Grazie per aver dimostrato in apertura cosa intendo con “seri, non seriosi”!»
«Andiamo alla seconda domanda: perché ci chiamiamo Ossigeno?»
«Una caratteristica del nostro gruppo è che ha sempre unito competenze scientifiche diverse. Invece di dedicarci a una disciplina particolare, come l’astronomia o le scienze naturali, noi abbiamo fatto invece una scelta di metodo: un modo per costruire una cultura condivisa della scienza, che comprendesse educazione, formazione, comunicazione. Allo stesso modo, l’ossigeno è un elemento che possiamo trovare praticamente in tutti gli ambiti scientifico: dai processi fisici all’interno delle stelle alla respirazione cellulare, dalle reazioni chimiche agli aspetti ecologici. Ci è sembrato quindi il modo migliore per rappresentare questa nostra diversità. E poi ci piaceva anche il significato metaforico: una boccata di Ossigeno per cambiare l’aria nella comunicazione della scienza!»
«Com’è cambiata Ossigeno dalla sua nascita a oggi?»
«Nel 2025 Ossigeno compie 10 anni, ed è naturale, anzi positivo, che alcune cose siano cambiate. Vecchi collaboratori hanno preso strade professionali diverse, e nuovi soci sono saliti a bordo. Se prima il nostro lavoro si concentrava sulle attività educative e sugli eventi pubblici, oggi ci stiamo focalizzando maggiormente sulla formazione e sulla comunicazione. La pandemia ha avuto un peso importante in queste trasformazioni, costringendoci a provare nuovi formati e modalità diverse. Il mondo cambia in fretta, e bisogna stare al passo. Ma questa è una cosa che ci piace della nostra professione: studiare, sperimentare, imparare sempre cose nuove. L’Ossigeno è un elemento altamente reattivo, e noi cerchiamo di essere sempre attivi e in movimento!»
«Cosa pensi di aver imparato nel corso degli anni dall’esperienza nella cooperativa?»
«Ossigeno è stata una palestra professionale incredibile, che mi ha permesso di lavorare con colleghi bravissimi che mi hanno insegnato molto, e di confrontarmi con sfide che mi hanno costretto a uscire dalla mia zona di comfort. Ma è stata anche un’occasione di crescita personale, che mi ha fatto capire molto del modo con cui affrontavo il lavoro: mi ha insegnato che non devo fare tutto da solo, che è meglio affrontare i problemi invece di evitarli, e che è ok chiedere aiuto quando sento di non farcela. In questi aspetti ha avuto un impatto profondo sulla mia vita.»
«Ok, adesso puoi dirmelo: cosa pensi di questa idea dell’intervista?»
«Bellissima. Infatti, in maniera del tutto non correlata con la domanda, un’altra cosa che ho imparato negli anni è che bisogna sempre dare ragione alla propria Presidente!»
«😆
Grazie Pierdomenico. Andiamo a importunare l’altro socio adesso.»
«Danilo, ho lasciato la parte più istituzionale al povero Pierdomenico, mentre a te ho riservato la parte più divertente: parlare di scienza. Quindi è solo corretto che io ti metta un po’ in difficoltà: parlami dell’ossigeno. Ma dimmi cose che non so già.»
Nota per te che leggi: li facciamo spesso questi giochetti di testare le nostre conoscenze spingendoci al limite, solo per divertirci. Il nostro lavoro ci lascia imparare cose nuove ogni giorno, quindi quando ci troviamo a raccontarci curiosità parlando del più e del meno è davvero complesso trovare qualche nozione completamente nuova. Quando la troviamo è festa! 🙂
«Vai Danilo, ossigeno!»
«La sfida qui è particolarmente difficile. L’ossigeno è indubbiamente uno degli elementi più conosciuti presenti sulla crosta terrestre. È essenziale per la vita umana e di tutti quegli organismi che ne fanno uso nella respirazione cellulare. Ah… questa magari non la sai: qualcuno ritiene addirittura che sia fondamentale per lo sviluppo della tecnologia. Mi è capitato di ascoltare un video di Amedeo Balbi in cui diceva che l’elemento chiave da cercare per avere qualche speranza di trovare forme di vita tecnologicamente avanzate su altri pianeti è proprio l’ossigeno. Tra l’altro nemmeno a concentrazioni qualsiasi, ma esattamente quelle che troviamo sul pianeta Terra. Ora, questa potrebbe essere molto una visione Terra-centrica, ma il suo ragionamento non fa una grinza. L’ossigeno al 21 % in atmosfera permette la respirazione cellulare, in concentrazioni minori non sarebbe sufficiente e in concentrazioni maggiori sarebbe nocivo. Ma non è questo il punto, l’ossigeno al 21 % permette di accendere il fuoco. Magari non ci pensiamo, ma il fuoco è alla base di moltissime delle applicazioni tecnologiche che noi utilizziamo ogni giorno: la stessa generazione di energia è basata proprio sul fuoco. L’ossigeno, quindi, potrebbe avere un ruolo ancora più importante di quello che immaginiamo per l’esistenza della vita e della civiltà tecnologica sul nostro pianeta.»
«Hai guadagnato punti perché hai citato Amedeo Balbi, ovviamente seguo il suo lavoro di divulgazione scientifica. E quindi quel video… l’ho visto anch’io! 😀
Però adesso che mi parli di ossigeno tossico in alte concentrazioni mi è venuto in mente uno dei nostri temi preferiti: ti dico solo “è la dose che fa il veleno”. Vai, elabora!»
«Uh, questa domanda è rischiosa. Nel senso che c’è la seria possibilità che io inizi a parlare adesso e termini tra diverse ore. Cercherò di selezionare le informazioni.»
— e io che mi ero raccomandata sulla lunghezza delle risposte con Pierdomenico, sigh… —
«Parto dall’ossigeno. Al di là della tossicità a elevate concentrazioni per l’essere umano e per la quasi totalità degli organismi viventi, l’ossigeno ha mostrato tutto il suo potere letale quando è comparso sulla Terra. All’inizio dei tempi, infatti, l’atmosfera terrestre non conteneva ossigeno e le prime forme viventi si sono evolute in assenza di questo gas. L’ossigeno compare 3,5 miliardi di anni fa ad opera di microorganismi chiamati cianobatteri. Si tratta delle prime forme di vita in grado di far avvenire la reazione di fotosintesi con liberazione di ossigeno come prodotto di scarto.
Fu una vera e propria catastrofe. Si trattò, probabilmente, della prima estinzione di massa per il nostro pianeta. Tutte le forme viventi evolutesi fino a quel momento non erano in grado di utilizzare l’ossigeno e la sua spiccata reattività chimica condusse alla loro morte.
Ma l’ossigeno non è l’unica sostanza che mostra una doppia faccia. Se vogliamo qualsiasi sostanza chimica con cui interagiamo può diventare un pericoloso veleno se assunta in grandi quantità, anche l’acqua! Sì, si può morire per avvelenamento idrico! Lo so che può sembrare assurdo, ma è già accaduto e probabilmente accadrà ancora che qualcuno muoia per avvelenamento da acqua! Basta bere poco più di un paio di litri d’acqua nel giro di una mezz’ora per andare in contro ad una intossicazione acuta da acqua. In una situazione di questo tipo la grande quantità d’acqua introdotta nel corpo produce un crollo della concentrazione dei sali presenti nell’organismo impedendo la corretta trasmissione dei segnali che permettono, per esempio, la respirazione polmonare o il battito cardiaco.
La storia dell’acqua come veleno è uno dei miei cavalli di battaglia e insegna che nessuna sostanza chimica è davvero innocua. Tutto dipende dalla quantità e dall’uso che ne facciamo!»
«Sapevo che questa domanda ti sarebbe piaciuta…
Già che ci sono, lo chiedo anche a te: cosa pensi di questa idea dell’intervista?»
«Mi è piaciuta molto! Poi mi hai fatto parlare di curiosità sugli elementi chimici e di modi per morire male o in modi particolarmente strani, quindi mi hai reso un uomo felice. Sì, lo so basta davvero poco!»
«Grazie Danilo.»
Nel ringraziare i miei soci, che si prestano alle idee strampalate perché dopotutto ci fanno divertire, do appuntamento a te nei prossimi articoli sul blog. Abbiamo iniziato presentandoci in questo modo forse un po’ bizzarro, dalla prossima volta cominciamo a parlare più specificatamente dei progetti che seguiamo e in particolare del metodo che adottiamo.
Hai dei commenti, dei dubbi o delle richieste di approfondimento? Non esitare a lasciare un commento qui sotto!
Alla prossima.
In copertina: Foto di Daniel Fazio su Unsplash.